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Dispersione

    Matteo Mazzonetto

    Si intenda per dispersione il fenomeno legato alla frammentazione di una o più collezioni d’arte, le cui opere per varie ragioni vanno a delineare nuovi percorsi geografici e temporali. Non è sempre sinonimo di oblio, bensì può rappresentare un nuovo inizio (Varatelli, Habcy 2020: 134- 135). Può essere definito attraverso due distinte accezioni, da un lato la dispersione naturale, correlata allo spontaneo decorso della storia, dall’altro la dispersione innaturale, legata al fenomeno dell’illegalità. In entrambi i casi la dispersione porta ad una nuova definizione di confine, superando il labile trascorso della storia nel primo caso, valicando la frontiera della legittimità nel secondo.
    Per quanto concerne il primo caso, eventi quali acquisti, donazioni, scambi e lasciti fanno in modo che le opere passino da un proprietario ad un altro in maniera consecutiva, pur mantenendo una linearità nel decorso storico, garantita dalla presenza di fonti e documenti che permettono allo studioso di poter risalire all’opera oggetto di ricerca. Si pensi al dipinto Morte della Vergine (1604), di Caravaggio (1571-1610), oggi al Museo del Louvre a Parigi, commissionato da Laerzio Cherubini (1556 circa-1626 circa) per la propria cappella in Santa Maria della Scala a Roma. Dopo il rifiuto dell’Ordine dei carmelitani scalzi venne acquistata dal duca di Mantova, Vincenzo I Gonzaga (1562-1612), su segnalazione del suo intermediario, il pittore fiammingo Pieter Paul Rubens (1577-1640).
    A seguito della dispersione gonzaghesca, l’opera finì nella collezione di Carlo I d’Inghilterra (1600-1649) e, dopo la morte di questi, nelle mani del banchiere parigino Everhard Jabach (1618-1695), che poi la donò al re di Francia Luigi XIV (1638-1715) (Morselli 2002). Pertanto, questa prima accezione “naturale” vede l’opera d’arte protagonista nei differenti corsi e ricorsi della storia, trasferita da una galleria ad un’altra, dalle mani di un sovrano, collezionista o mercante ad un altro, pur comunque accompagnata da fonti e documenti che testimoniano i diversi passaggi di proprietà. La seconda accezione di dispersione è definibile come “innaturale”, in quanto caratterizzata dall’illegalità. Si verifica nel momento in cui una collezione si frammenta a causa del un furto di un’opera, appartenente ad una collezione pubblica o privata. È il caso di un dipinto, ancora una volta, di Caravaggio, La natività con i santi Lorenzo e Francesco d’Assisi (1600 circa), trafugato nel 1969 dall’Oratorio di San Lorenzo a Palermo e da allora mai più rinvenuto (Cabrio 2021). Così come il più recente ed altrettanto celebre trafugamento del Ritratto di signora (1916-1917) di Gustav Klimt (1862-1918). Scomparso nel 1997, ricomparve casualmente nel 2019, proprio nei dintorni del museo dove tutt’oggi è custodito, la Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi di Piacenza (Belli, Pontiggia 2022). A questi due casi eclatanti si sommano le molteplici attività di sottrazione che si sono verificate nel corso della storia fino ai giorni nostri attraverso le attività di tombaroli ed astuti mercanti d’arte.