Vai al contenuto

Avanguardia e Neoavanguardia

    Livia Brunelli

    Per avanguardia nelle arti visive e nella letteratura s’intendono quei movimenti del XX Secolo che sperimentano nuove poetiche e nuovi modelli espressivi in contrasto con la tradizione e con il sistema ufficiale dell’arte.

    Le avanguardie artistiche sono tipicamente dei paesaggi di confine data la complessità e la fluidità in cui sperimentano visioni e nuove definizioni del concetto stesso di arte.

    Qual è il rapporto tra avanguardia e neoavanguardia? Il critico americano Hal Foster nel saggio “Il Ritorno del Reale” risponde a questo interrogativo introducendo il concetto di “azioni differite” (Foster 2006: 39), intese come reinterpretazioni retroattive: la neoavanguardia continuerebbe il lavoro dell’avanguardia recuperando, reinterpretando ed espandendo le nuove ricerche artistiche. Daremo, dunque, qualche cenno sui seguenti concetti di soglia: la dialettica tra passato (la Storia) e presente, lo spazio, il movimento, la carica vitale (l’energia), nonché il rapporto con la scienza e la tecnologia.

    Questi elementi vengono costantemente rimessi in dialettica tra loro nell’avanguardia storica del Futurismo dei primi del Novecento e successivamente con la neoavanguardia dell’Arte Povera degli anni Sessanta, alle prese con la società dei consumi. Va inoltre considerato lo Spazialismo di Lucio Fontana, un movimento “cerniera” tra i precedenti che si sviluppa intorno alla metà del Novecento.

    Il Futurismo (1909) rompe con il passatismo e la tradizione cancellando la dimensione temporale. I firmatari del Manifesto tecnico della pittura futurista (1910) esaltano la vita delle grandi città d’Europa il cui principio ispiratore è la rapidità del movimento al punto di moltiplicare e deformare gli oggetti e renderli come vibrazioni continue nello spazio (Bonino 2018: 74). Boccioni nel manifesto “La Scultura Futurista” (1912) afferma che la scultura dovrà prolungare gli oggetti nello spazio in cui vivono per renderlo plastico (Bonino 2018: 82).

    Anche nel Manifiesto Blanco (1946) e nei successivi documenti fondativi dello Spazialismo di Lucio Fontana (Sanna 2015: 15) si trova la tensione antiaccademica e una visione dell’arte concentrata sul presente e sulla trasformazione dei mezzi materiali di vita che agiscono sull’uomo, costretto ad adattarsi a questi cambiamenti (Poli 2016: 101). Fontana sviluppa una riflessione in parte simile a quella futurista rispetto all’uso di nuovi materiali e della tecnologia, ma è consapevole di come il confronto con questi ultimi determini un cambiamento nella psiche dell’uomo. Fontana intuisce che il tempo della pittura è finito e che l’esperienza diretta dello spettatore sia un elemento costitutivo dell’opera d’arte come poi avverrà per le neoavanguardie.

    Nell’articolo “Arte Povera. Appunti per una guerriglia” (rivista Flash Art n.5, novembre-dicembre 1967), considerato il manifesto dell’Arte Povera, Germano Celant afferma che, a differenza di quanto avveniva nel passato, nella società contemporanea prima viene il sistema di produzione e solo in secondo momento arriva l’uomo, sempre più assimilabile a un ingranaggio nella produzione di merci. A questa condizione, l’artista può rispondere solo con un linguaggio povero, vitale, basato sull’azione, in continuo divenire. L’opera attraverso il movimento si consuma nel presente: vengono realizzate delle installazioni con materiali naturali che si deteriorano nel tempo e dei quali viene sfruttata l’energia vitale intrinseca in contrapposizione agli oggetti industriali destinati al consumo di massa. Gli artisti creano installazioni anche con animali vivi, come nel caso di “Senza titolo, (12 cavalli vivi)” di Jannis Kounellis della Galleria Attico di Roma (1969), ereditando e rilanciando nell’arte dell’epoca –  non sappiamo quanto consapevolmente – il movimento del “Dinamismo di un cane al guinzaglio” (1912) del futurista Giacomo Balla.

    Bibliografia

    Bonino G. D. (a cura di), Manifesti Futuristi, Bur Rizzoli, Milano, 2018 pp. 30-49, pp.71-75, pp. 76-80

    Celant G., “Arte Povera Appunti per una Guerriglia”, Flash Art n.5, Roma, 1967, p. 5

    Foster H., Il ritorno del reale, L’avanguardia alla fine del Novecento, Postmedia Books, Milano, 2006, pp. 19-41

    Poli F. (a cura di), Arte contemporanea le ricerche internazionali dalla fine degli anni ’50 ad oggi, Electa, Milano, 2016, pp. 100-101

    Sanna A. (a cura di), Lucio Fontana Manifesti Scritti interviste, Abscondita, Milano, 2015, p. 15