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Graffitismo

    Elisa Cuglig

    Il graffitismo moderno è un movimento artistico la cui peculiarità è la realizzazione di scritte egoriferite e interventi pittorici per mezzo di vernice spray, generalmente in contesti e supporti urbani quali metropolitane, treni e muri.

    La storia dei graffiti, sin dalla loro prima comparsa negli Stati Uniti verso la fine degli anni Sessanta, è stata caratterizzata dalla volontà di affermazione dei writers, a fronte di una decisa ostilità delle istituzioni e di un difficile processo di comprensione da parte degli studiosi (Nelli 2012: 13-40). Interrogarsi sul rapporto tra arte e illegalità (un possibile paesaggio di confine?) è necessario per progredire nella esplorazione del graffitismo. Inizialmente il movimento non è stato compreso, ma giudicato e isolato per la sua natura eversiva. Ciononostante, la sua lunga evoluzione ha permesso in alcuni casi che fosse positivamente rivalutato dalle comunità come espressione artistica legata al territorio, pur rimanendo tuttora largamente confinato dalle istituzioni per le modalità con cui si sviluppa.  L’atto creativo che richiede la realizzazione di un graffito viene restituito nella volontà segnica dell’autore attraverso l’esecuzione del proprio nome su elementi iconici della dimensione cittadina, quali i vagoni delle metropolitane e i muri delle abitazioni. Il contesto della mobilità urbana ha garantito una prima fortuna ai graffiti, in quanto più il disegno resisteva alla pulizia delle vetture, più alta era la probabilità che percorresse la città diverse volte e venisse visto da più persone.

    L’evoluzione dei graffiti, dagli albori a oggi, ha comportato enormi cambiamenti sul piano concettuale e figurativo, ma i confini che li separano dal mondo dell’arte ufficiale non sono mai venuti meno, se non per un recente avvicinamento alla street art, che possiede, però, sviluppi interni più malleabili (Dal Lago, Giordano 2016: 71-120).

    Il confine tra arte e illegalità nei graffiti si è fatto più labileda quando le lettere hanno lasciato spazio ad altre forme di raffigurazione. In tal senso, è efficace il confronto tra ciò che è percepito come “graffito” dall’opinione comune (James, Murray 2006: 84-90) e le nuove sperimentazioni degli ultimi anni, ancora prive di collocazione identitaria. Il primo esempio è un graffito realizzato nella  metropolitana di New York di PHASE2, risalente agli inizi del movimento, connotato dal tipico lettering. Il secondo è un intervento pittorico eseguito da MOSES e TAPS, che hanno sviluppato un nuovo concetto di graffito (Moses&Taps 2020: 286-331), avvalendosi della stessa matrice progettuale utilizzata da PHASE2, ma elaborata con un linguaggio espressivo molto diverso.

    Questi casi sono utili a dimostrare due principi: entrambi i graffiti sono stati realizzati in modo illecito su supporti privati, dal momento che gli autori hanno violato l’accesso di zone off-limits, rispondendo al reato penale di imbrattamento e violazione di proprietà privata (Mininno 2021: 154-162); essi sono, dunque, perseguibili per legge. Simili interventi si manifestano necessariamente attraverso la trasgressione delle norme, perché nessun supporto autorizzato è capace di ricreare il sentimento della performance che i writers ricercano come motore propulsivo nelle loro azioni artistiche.

    Figura 1. Phase2     

    Figura 2. Moses & Taps

    Bibliografia

    Dal Lago A. Giordano S., Graffiti. Arte e ordine pubblico, il Mulino, Bologna, 2016.

    James T. Murray L.K., Burning New York, Gingko Press, Corte Madera, 2006.

    Mininno A., Graffiti writing in Italy 1989-2021, Bruno, Venezia, 2021.

    Moses&Taps, Graffiti Avantgarde, The Grifters Publishing, Germania, 2020.

    Nelli A., Graffiti a New York, Whole Train Press, Roma, 2012.

    Sitografia

    Figura 1.

    Rusconi V., “È morto Phase 2, pioniere dei graffiti: influenzò la scena hip hop degli albori”, La Repubblica, 2019. URL: <https://www.repubblica.it/robinson/2019/12/14/news/phase_2-243471075/>. Data di accesso: 5 gen. 2023.

    Figura 2.

    Pizzo V.S., “La prima exhibition di Moses & Taps @ Kolly Gallery di Zurigo”, Collater.al, 2016. URL: <https://www.collater.al/la-prima-exhibition-di-moses-taps-kolly-gallery-di-zurigo/>. Data di accesso: 5 gen.2023.