“Paesaggi di confine. Modelli di lavoro per una narrazione partecipata” è un progetto di Terza Missione promosso dal Dipartimento di Storia Antropologia Religioni Arte Spettacolo (SARAS) di Sapienza Università di Roma. Il progetto intende mettere a punto e sperimentare un modello replicabile di collaborazione tra Università, Terzo Settore e Luoghi della Cultura volto a promuovere forme di dialogo e di confronto tra le (e nelle) diversità, prendendo spunto dal valore storico, estetico e ambientale del patrimonio culturale, nonché dal sentimento di appartenenza che vi si ispira.
Il tema del paesaggio di confine, che viene proposto sulla scorta di esperienze di studio e di collaborazione già esplorate sul territorio ma mai considerate come possibile “strategia per la sostenibilità”, si offre quale contesto ideale per valorizzare identità, letture, interpretazioni che restano per lo più sommerse o incomprese all’interno degli stessi ambienti di vita.
La centralità che il patrimonio assume nel progetto rappresenta il fattore di incontro e lo stimolo di “cura” dei luoghi, capace di generare comportamenti virtuosi e vantaggio sociale, in una prospettiva inclusiva e democratica.
Nella cornice di riferimento e dei piani d’azione della Convenzione di Faro e dell’Agenda 2030, il progetto perseguirà l’idea delle “comunità patrimoniali”, intese come aggregazioni di persone che si riconoscono – nella diversità – attorno ad un principio di eredità comune, di cui si condivida la rilevanza, l’urgenza di tutela e il desiderio di trasmissione alle generazioni future.
La platea ampia e diversificata cui il progetto si rivolge comprende il pubblico delle scuole, dei residenti, dei contesti associativi e delle comunità religiose.
Leva prevalente delle iniziative proposte (elaborazione di strategie didattiche, kit di lavoro per docenti sull’educazione alla cittadinanza, organizzazione di dibattiti pubblici, eventi espositivi, proiezioni, percorsi di visita, Scuole di storia orale) sarà la narrazione, che ci si propone di promuovere e documentare, archiviandone di risultati in una forma multimediale (scritta, audiovisiva, fotografica), di piena accessibilità e comprensione.
Border Landscapes. Working Models for a Participatory Narrative is an outreach project promoted by the Department of History, Anthropology, Religions, Art History, Performing Arts (SARAS) of Sapienza University of Rome. The project aims to develop and experiment a replicable model of collaboration between the University, the nonprofit sector, and cultural institutions aimed at promoting forms of dialogue and exchange between (and within) diversities, taking its cue from the historical, aesthetic, and environmental value of Rome’s cultural heritage, as well as the feeling of belonging inspired by it.
The theme of the border landscape, which has been proposed on the basis of ongoing experiences of study and collaboration – but never considered as a possible “strategy for sustainability”, provides an ideal context for enhancing identities, readings, and interpretations that are still mostly invisible or misunderstood within the same living environments.
The centrality heritage in the project represents the opportunity for encounters and the stimulus for taking “care” of places that can generate virtuous behaviors and social improvement, in an inclusive and democratic perspective.
Within the frame of reference and action plans of the Faro Convention and Agenda 2030, the project will pursue the idea of “heritage communities”, understood as aggregations of people who recognize themselves – within their diversity – around a principle of common heritage, whose sharing a sense of relevance, urgency for protection, and desire for transmission to future generations. The broad and diverse audience to which the project is addressed includes schools, residents, associations, and religious communities.
The prevailing leverage of the proposed initiatives – elaboration of teaching strategies, work kits for teachers on citizenship education, organization of public debates, exhibitions, events, screenings, tour routes, “oral history” schools) will be that of storytelling – which we aim to promote and document, archiving the results in fully accessible multimedia formats (written, audiovisual, photographic).