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Quei prodotti sono stati tanti e diversi. Alcuni anche inattesi. Vorrei dire quindi abbiamo intanto lavorato molto a questi strumenti destinati alla scuola. Quindi il Dizionario dei paesaggi di confine è molto importante. l’Archivio dei prodotti di valico lo abbiamo definito così, quindi è una sorta di raccolta di esperienze di attraversamento. Non so per esempio l’itinerario attraverso un parco oppure una modalità di narrazione, oppure il racconto di un viaggio.

Sono proposte per compiere l’esperienza dell’attraversamento. Poi abbiamo. Questo è stato un aspetto molto importante, realizzato tanti percorsi formativi, quindi veri e propri corsi di aggiornamento che sono stati organizzati in parte da noi, in parte da partner che hanno collaborato, quindi musei molto importanti, associazioni di terzo settore. Ne cito alcune il Maxxi di Roma, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, l’Associazione Italia Nostra.

E ancora il Parco Archeologico del Colosseo, la Fondazione Benetton, la Comunità di Sant’Egidio. Ne sto citando alcune e è impossibile citarle tutte perché sono veramente tante. Percorsi di formazione ai quali gli insegnanti hanno aderito. Devo dire con grande entusiasmo e per i quali abbiamo sempre chiesto. Poi una sorta di restituzione. Quello che a noi interessa capire è fino a che punto poi queste proposte potranno tradursi in iniziative concrete all’interno delle classi.

E il risultato più importante è che in effetti questo progetto che è entrato nella programmazione annuale di alcune scuole, non soltanto di alcune classi, ha incoraggiato una riflessione nuova sull’educazione alla cittadina. Danza che ovviamente non può essere un percorso formativo solo teorico, deve essere necessariamente offerta ai giovani come cambiamento reale, come esperienza trasformativa. Quindi questo è stato un altro risultato molto importante.

E poi la documentazione. Noi abbiamo sin dall’inizio pensato di lavorare sulla narrazione. Questa è un po’ una delle parole chiave del nostro progetto, quindi c’è il patrimonio, c’è la cittadinanza, c’è il paesaggio, c’è il confine. E poi c’è la narrazione, il racconto. E noi abbiamo prodotto una serie di materiali che sono delle interviste che sono appunto dei racconti che sono dei dialoghi e che ci hanno permesso di registrare le memorie, i ricordi, le esperienze di alcune persone.

Questo è fondamentale perché bisogna essere molto concreti in progetti di questo genere si rischia di essere troppo teorici. È molto importante invece incontrare realmente le persone e far sì che questi incontri possano essere motivo di riflessione per tutti.

Il dizionario dei paesaggi di confine

Uno degli aspetti più interessanti del lavoro che abbiamo svolto riguarda il linguaggio, perché le parole, sappiamo bene, hanno un peso fondamentale. Le parole permettono di incontrare, permettono di comunicare, ma possono a volte dividere, separare. Quindi, immaginando la concreta realizzazione di strumenti che potessero favorire una cultura del confine e del paesaggio di confine, abbiamo voluto creare una sorta di laboratorio espressivo sulle parole e abbiamo con i nostri studenti creato un dizionario dei paesaggi di confine.

Discorsi e letture su borderscape

Le documentazioni concernenti la narrazione e il racconto sono arricchite da una vasta gamma di materiali, interviste e dialoghi che raccolgono le memorie, i ricordi e le esperienze di individui selezionati. Questi preziosi elementi offrono un’opportunità unica di esplorare le profondità delle narrazioni personali, consentendo di catturare la ricchezza e la complessità delle storie di vita di diverse persone attraverso un approccio diversificato e partecipativo. La ricca varietà di documenti contribuisce a creare un quadro completo e articolato delle narrazioni, ampliando la comprensione e la valorizzazione delle esperienze umane attraverso il potente mezzo della storia personale.